Ci ha colto di sorpresa.

Come quando d’estate arriva un temporale inaspettato. Forse era già nell’aria , ma non le avevamo dato importanza.

Covid, un nome semplice per camuffare la sua cattiveria. Lockdown , una parola complicata, l’arma con cui si provava a combatterlo.

Gli orizzonti si sono ristretti, erano quelli che potevano vedere dalle nostre finestre, dai nostri balconi. Il susseguirsi di notizie tragiche ascoltate dalla televisione. Lo strazio per le vittime di questa guerra senza armi. I visi coperti da una mascherina per proteggerci e proteggere .

Distanziamento sociale, niente abbracci, affetti lontani che tali rimangono, scuola chiusa , lavoro da casa .

E mentre tutto si fermava medici, infermieri e Oss lavoravano senza sosta , in turni massacranti per curare, per guarire .

 Anche noi volontari ci siamo fermati. 

Con un peso nel cuore, abbiamo dovuto fermarci.

L’estate è arrivata portando una tregua, forse un’illusione. Speranza e preoccupazione si contendevano i nostri pensieri. Cosa porterà l’autunno?

Ed ecco l’autunno . E il virus si è risvegliato, forse ancora più cattivo. 

Le foglie hanno i colori che gestiscono la nostra vita, la nostra libertà.

Bisogna osservare le regole Bisogna essere prudenti , non possiamo rischiare Certo che non bisogna rischiare , certo che osserviamo le regole, certo che siamo prudenti.

Ma qualcosa si è fatta più pesante. Tutelare la vita è sacrosanto, ma vedere tanta sofferenza, tanta solitudine, tanta disperazione affrontata in solitudine è straziante. Non poter dare conforto, non poter dare aiuto in nessun modo è tremendo.

Dietro quei cancelli chiusi ci sono i nostri anziani che non hanno più visto nessuno.

Dentro gli ospedali vi sono persone sofferenti, che non hanno il conforto di una visita.

Noi volontari assistiamo impotenti, perché tutto continua a esserci proibito, qualche struttura ci consente qualche telefonata, qualche video chiamata, ma noi sappiamo che c’è bisogno di conforto, di una parola gentile, di un gesto affettuoso. Perché siamo volontari ,certo. Ma siamo anche genitori, figli, nipoti, amici e abbiamo avuto dolori, preoccupazioni, ansia per i nostri cari. Dovremo anche noi , come tante altre persone fare i conti con il futuro, quando non avremo ricordi in cui rifugiarsi per trovare un po’ di serenità, un ultimo sguardo, una parola gentile, lo stare accanto nel momento del dolore e della malattia.. sarà terribile non poter dire “io ero lì “o “ ti ricordi quando ti leggevo il giornale?”

Stiamo alle regole, come è giusto, siamo prudenti, stiamo distanti e stiamo a casa .

Ma noi genitori, noi figli, noi nipoti, noi amici, noi Volontari in questo tempo sospeso, in questo periodo dove anche la solidarietà è stata messa in pausa , in questo periodo in cui per poter vedere il proprio caro i parenti assistono da lontano a un trasferimento da un ospedale all’altro , osserviamo le regole, come è giusto. Feriti nel cuore.

Ma noi sappiamo quanto è preziosa la speranza.

E allora bisogna farsi forza.

Sarà di nuovo primavera, saremo pronti, saremo lì , saremo nuovamente vicini. 

Giusi Nisi